Tratto dal "Mattino di Padova" del 13 luglio 2009:
Gli aficionados dell’Euganeo la vorrebbero così. Una curva come Dio comanda, vicina alla porta, con gli spettatori appiccicati al campo come lo sono stati per 70 anni dentro il mitico Appiani. Per ora, purtroppo, resterà solo un fotomontaggio. Una curva così neanche la riconquistata serie B del Padova, tra i tanti miracoli dell’estate, riuscirà difatti a farla realizzare. Invocazione inutile, quella del popolo tifoso. Inutile come la petizione on- line di questi ultimi mesi, che pure ha raccolto centinaia di adesioni (meno comunque delle 1.500 firme per salvare l’Appiani). Anni fa i tifosi della Sud invocavano una tettoia. «La faccio io», disse Jens Bernhardsson, lo svedesone volante socio di Cestaro, prima di tornarsene di corsa nel suo paese. Ma soprattutto, i tifosi, non capiscono i «no» opposti dal Comune. Perché dire che è un problema di soldi, se se ne trovano invece (per esempio) per abbattere l’Appiani? E perché tirare in ballo l’intoccabilità della pista di atletica dove fanno un meeting all’anno, visto a Cagliari e Siena (e a Mantova dove c’era di mezzo il velodromo) la curva l’hanno fatta lo stesso? Soldi. Ma è poi solo una questione di soldi o di sacralità dell’atletica? Da Palazzo Moroni, Claudio Sinigaglia assicura di no. «No, è che una curva così, in tubi metallici, non sistema nulla - spiega l’assessore allo Sport, fresco di riconferma - Sarebbe solo un corpo estraneo. A parte i mille problemi di sicurezza che pone, diventa ridicolo. E anche poco efficace» (la domanda sorge spontanea: in tutti quegli stadi in cui hanno costruito delle strutture metalliche, in tubi appunto, comprese città che militano in serie A come Cagliari o Siena, non esistevano problemi di sicurezza? La sicurezza esiste solo a Padova quando è ora di tappare la bocca alla tifoseria?). Anche al Padova, che pure con una curva così ne avrebbe sicuramente da guadagnarci in termini di punti in classifica («Appiani e Menti insegnano», ammette Gianluca Sottovia), non sembrano farsene una ragione impellente. «Non è mancanza di volontà, anzi - allarga le braccia il direttore generale - Ci rendiamo conto delle esigenze dei nostri tifosi. E’ chiaro che anche a noi piacerebbe giocare in uno stadio costruito per il calcio, e quindi diverso dal nostro. Però lo stadio è questo. E’ la nostra casa. Noi vogliamo migliorarlo, ma un conto sono i sogni, un altro la realtà». Il futuro. Niente curva, dunque. Per ora. In futuro non è detto. Sinigaglia, per esempio, che a denti stretti adesso ammette che l’Euganeo non piace neanche a lui («Mai detto che va bene così»), continua a essere possibilista come lo era per l’Europeo 2012: «Vogliamo migliorare lo stadio? Fra qualche anno potremmo completarlo, avvicinarlo alle tribune e magari rinunciamo alla pista. Si tratta solo di aspettare l’occasione. Oggi non ha senso» (Ma come? Prima bisognava aspettare il Padova in B ed oggi che il Padova è in B non ha senso?). Così pure il Padova, a cui non sfuggono i possibili effetti della legge sulla privatizzazione degli stadi, la Crimi, che passerà nei prossimi giorni al vaglio della Lega calcio. «E’ una legge - sottolinea Sottovia - che darebbe la possibilità di creare aree attrezzate, investimenti immobiliari, insomma di rendere patrimoniali le società di calcio. Quella sì che potrà dare segnali importanti» (Siamo sicuri che la privatizzazione degli stadi sia una soluzione applicabile in Italia? Perchè mi pare che in Premier League, tanto per fare un'esempio, metà buona delle squadre non ci stia troppo dentro con i costi... Ed in Italia abbiamo l'esempio della Reggiana, fallita proprio perchè non riusciva a star dietro allo stadio privato... Io non escludo nessuna soluzione a priori... Ma abbiamo osservato bene pro e contro?). Ispezione. Il bello è che mentre si discute curva sì-curva no, sull’Euganeo potrebbe arrivare un’altra mazzata. Quale? Quella dell’Osservatorio. Proprio oggi è prevista difatti l’ispezione allo stadio da parte dei responsabili del Viminale, per vedere se l’Euganeo rispetta tutte le vecchie e nuove normative di serie B. Una volta presa nota, ne parleranno con il Comune e diranno cosa serve. Gli interventi da fare potrebbero essere più d’uno. Nel caso fossero tanti, e quindi i soldi da spendere fossero uno sproposito (solo l’anno scorso l’adeguamento con i tornelli costò circa 800 mila euro), potrebbe essere a rischio addirittura l’attuale capienza di 17.700 spettatori. Hai voglia di pensare alla curva.
Noi comunque continuiamo a segnare tutto. Nero su bianco. Bisogna avere la memoria lunga su queste cose...
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